1: Filtro della luce NBI (A, B) e come appare la mucosa normale in luce bianca (C) ed NBI (D)



Oltre alle attività di routine è attivo da un anno un ambulatorio dedicato alla diagnosi precoce delle lesioni epiteliali sospette per neoplasie delle prime vie aerodigestive. In particolare, coadiuvati dal Servizio di Odontoiatria e patologia del cavo orale dell’Istituto Clinico S. Rocco di Ome diretto dal Prof. Gastaldi, tutti i pazienti che giungono alla nostra osservazione per patologie del cavo orale e dell’ orofaringe  nel sospetto di lesione pre-neoplastica o neoplastica vengono sottoposti ad una accurata valutazione con strumentazione dedicata.


Nell’ambulatorio di Patologia del Cavo Orale/NBI possiamo avvalerci sia di personale dotato di esperienza nella diagnosi e nel trattamento di neoplasie di questi distretti anatomici sia della possibilità di utilizzare strumentazione tecnologicamente all’avanguardia come video-valutazioni con ottiche rigide a diversa angolazione ad alta definizione e fibroscopi flessibili ad alta risoluzione (con la possibilità di registrare l’esame per un confronto futuro); ma soprattutto abbiamo la possibilità di integrare informazioni in luce bianca con una metodica innovativa e largamente accettate nell’Oncologia cervico-cefalica,   con la tecnologia Narrow Band Imaging (NBI). Questa metodica ci permette di filtrare delle lunghezze d’onda  specifiche della luce bianca (colore blu e verde) per permetterci una più accurata valutazione della vascolarizzazione delle lesioni sospette così da ottenere informazioni riguardo alla natura biologica e programmare ulteriori indagini diagnostiche radiologiche (TC, ecografie, PET , RMN etc) o per miglior codifica del trattamento (chirurgico o medico). Un ulteriore e più recente indagine diagnostica da noi utilizzata e standardizzata  è il prelievo di cellule tramite brushing (spazzolamento) delle lesioni sospette per esame citologico.


NARROW BAND  IMAGING (NBI)

La Narrow band imaging (NBI) o “Visione a Banda Ristretta”, rappresenta una nuova frontiera rispetto alle metodiche endoscopiche tradizionali, in grado di valutare non le caratteristiche macroscopiche della lesione, ma la sua vascolarizzazione. Valutando il pattern neoangiogenetico (vasi neoformati) di una lesione e del tessuto circostante, infatti, l’NBI supera i limiti delle  tecniche di colorazione vitale e dell’AF, riducendo significativamente il numero di falsi positivi. La tecnologia NBI (Olympus Medical Systems, Tokyo, Giappone) è il risultato di un filtraggio della luce bianca convenzionale e della sua elaborazione da parte del sistema di videoendoscopia.  Gli studi sperimentali sono stati condotti sul sistema vascolare della mucosa della lingua umana ed hanno dimostrato che i fotoni con una lunghezza d’onda corrispondente alla parte blu dello spettro (415 nm) riproducono l’immagine morfologica della superficie mucosa e la rete superficiale dei capillari. Questi fotoni si disperdono, inoltre, con una minima profondità di penetrazione e vengono assorbiti selettivamente dall’emoglobina, creando un buon contrasto per i piccoli vasi. I fotoni con una lunghezza d’onda intermedia, corrispondente alla parte verde dello spettro, producono un’immagine di transizione. Sulla base di tali risultati, il nuovo sistema NBI è stato ottimizzato elaborando un filtro che seleziona esclusivamente due lunghezze d’onda, pari a 415 e 540 nm, corrispondenti alla luce blu e alla luce verde. La luce filtrata dall’NBI corrisponde al picco di assorbimento dell’emoglobina (che assorbe il colore blu e verde mentre riflette il rosso) la quale viene quindi messa in particolare risalto all’interno dei vasi sanguigni, che appaiono blu scuro se localizzati a livello molto superficiale o verdi se localizzati a livello sottomucoso. Infatti, la lunghezza d’onda corrispondente alla luce blu (compresa tra i 400 e 430 nm) è in grado di penetrare la mucosa solo in superficie. La lunghezza d’onda corrispondente alla luce verde (compresa tra 525 e 555 nm), invece, penetra più in profondità, evidenziando i vasi sanguigni della sottomucosa. Viene in tal modo esclusa la lunghezza d’onda della luce rossa (600 nm) che avendo una capacità di penetrazione tissutale maggiore riduce la chiarezza e la definizione delle immagini endoscopiche (effetto scattering) .

La tecnologia NBI applicata alla videoendoscopia  ha consentito di stabilire un pattern caratteristico comune delle lesioni neoplastiche e pre-neoplastiche della mucosa in base alla loro vascolarizzazione di tipo neoangiogenetico. La mucosa è costituita, infatti, da loops vascolari intrapapillari di tipo capillare  che si ipertrofizzano e aumentano di densità nelle lesioni infiammatori, sino a diventare tortuosi nelle lesioni displastiche  e altamente irregolari in quelle neoplastiche .


 


Lesione linguale in luce bianca

Lesione linguale in NBI
Lesione linguale in NBI
Lesione palato molle in luce bianca
Lesione palato molle in luce bianca
Lesione palato molle in NBI
Lesione palato molle in NBI

Trattamento patologia faringo-laringea con laser a CO2

 

Il laser è considerato una apparecchiatura all’avanguardia e di riferimento per la chirurgia dermatologica, ginecologica e della testa e del collo.

In particolare per la specialità ORL, il suo utilizzo sia con manipolatori per la chirurgia macroscopica che in microchirurgia endoscopica abbinato a manipolatori con controllo micrometrico elettronico (Accuspot, Lumenis), permette una ablazione dei tessuti con minima perdita di tessuto per l’esame istologico, dovuta al basso impatto termico, ridotto sanguinamento e pressochè assenza di edema intra e postoperatorio con conseguente riduzione della fibrosi e del dolore postoperatorio.

Le caratteristiche del generatore delle apparecchiature recenti, con possibilità di regolazione del raggio in uscita, sia in dimensioni, forma e profondità di taglio permettono di sfruttare al meglio le caratteristiche del laser a CO2. L’utilizzo abbinato del micromanipolatore Accuspot da applicare al microscopio per la chirurgia della faringe e della laringe, ne esalta le caratteristiche in quanto il controllo micrometrico elettronico del manipolatore sui movimenti del raggio in azione, permette un controllo perfetto dell’ablazione in assenza di movimenti involontari o bruschi del raggio stesso.

L’applicazione di questa apparecchiatura nell’ambito della chirurgia ORL spazia dalle lesioni cutanee cervico-facciali, alle lesioni benigne e maligne del cavo orale, della faringe (cisti, papillomi) e della laringe (granulomi, polipi, papillomatosi, laringoceli). In particolare l’estensione delle indicazioni alla chirurgia oncologica endoscopica conservativa di alcune neoplasie maligne della faringe e, in particolare, della laringe (faringectomia parziali, cordectomie semplici ed estese, emilaringectomie e laringectomie sovraglottiche) permette un controllo della malattia identico alle tecniche classiche per via cervicotomica, con accesso diretto dal collo, ma con una netta riduzione delle complicanze, delle sequele postoperatorie con minor tempo di ospedalizzazione e precoce recupero delle funzioni di deglutizione e fonazione, dovuto all’assenza della tracheotomia per la respirazione e del sondino nasogastrico per l’alimentazione, permettendo un recupero funzionale e reintegrazione sociale precoce.


Chirurgia nasale funzionale ed estetica con tecniche classiche e con l’ausilio della chirurgia endoscopica con telecamera ad alta definizione e di strumentazione dedicata al fine di ottenere i migliori risultati funzionali riducendo al minimo gli effetti collaterali. In particolare l’utilizzo di elettrodi bipolari a radiofrequenza e risonanza quantica molecolare per la chirurgia dei turbinati; tale strumentazione viene impiegata anche per la chirurgia infiammatoria cronica (tonsillite e adenoidite cronica) e il trattamento della sindrome delle apnee notturne.


Chirurgia delle ghiandole salivari maggiori/ minori e della tiroide con tecniche mini invasive con strumentazione dedicata, in particolare  l’impiego del bisturi armonico a radiofrequenze e ad ultrasuoni  permettono di ridurre i tempi chirurgici con emostasi efficace e riduzione dei danni ai tessuti molli; l’ausilio di monitor abbinati a elettrodi dedicati consentono un costante monitoraggio dei nervi cranici durante l’intervento chirurgico con riduzione delle percentuali di danno alle strutture nervose.